sabato 29 marzo 2014

L'Annegato di Aleksandr Sergeevič Puškin - Poesia



L'Annegato  

di   
Aleksandr Sergeevič Puškin

I bambini corrono nell'isba,
Chiamando il padre, colando sudore:
"Padre, padre! vieni -- c'è un
Uomo morto intrappolato nella nostra rete."
"Quanta immaginazione..."
Brontolava quel padre stanco,
"Che immaginazione hanno questi diavoletti!
Un morto, sul serio! ah ah ah...

"Bene... la corte potrebbe dare grane -
Cosa potrei dire davanti al giudice?
Hei voi mocciosi, andate dalla mamma
Prendete il mio cappotto; sarà meglio andare...
Fatemi vedere, dove?" -- "Proprio li, Papà, più avanti!"
Sulla sabbia dove la rete 
giaceva sciolta, il padre contadino
Vide quel cadavere reale

Orrendamente alterato, mostruoso, spaventoso,
Blu e completamente gonfio...
Aveva pescato durante la tempesta,
O si era suicidato?
Era un ubriacone disattento,
O un monaco in cerca di una sirena,
O un mercante, aggredito 
da qualche bandito, rapinato e gettato in acqua?

Al contadino, poco importa!
Veloce: afferra i capelli del morto,
Ne trascina il corpo verso l'acqua,
Si guarda intorno: non v'è nessuno:
Bene... sollevato dalla preoccupazione
Infila il remo con difficoltà
Mentre il poveraccio riprende il suo viaggio
Giù per il fiume verso la tomba e la croce.

A lungo il morto come un vivo
Oscillava tra le onde in mezzo alla schiuma...
Scontroso mentre lo guardava sparire,
Il nostro contadino ben presto s'avviò verso casa.
"Venite cuccioli! andiamo, non allontanatevi.
Ognuno avrà il proprio panino.
Ma ricordate: non appena parlate - 
vi sculaccio, uno per uno."

Il cielo divenne buio e tempestoso.
Alto il fiume scorreva in penombra.
Nella camera del contadino
Ora la torcia non ardeva più.
I bambini a letto, la moglie anche,
Egli giace ascoltando la pioggia...
Bang! ode all'improvviso qualcuno in arrivo
che bussa sul battente della finestra.

"Che..." -- "Mi lasci entrare, signore!"
"Maledizione, avete trovato il tempo di muovervi!
Ebbene, qual'è, il vostro problema?
Lasciarvi entrare? è buio in casa,
buio e siamo in molti... Che flagello che siete!
Dove dovrei mettervi, nella mia branda..."
Lentamente, con fare pigro,
Aprì la finestra e - cosa?

Attraverso le nuvole la luna si mostrava...
Ebbene? l'uomo nudo era lì,
L'acqua scorreva attraverso i suoi capelli
Gli occhi spalancati, lo sguardo fisso;
L'orrendo corpo intorpidito,
Le braccia deboli penzoloni, esili;
Granchi e cancri, neri e sanguinolenti,
Risucchiati nella pelle gonfia.

Appena il contadinò spalancò la finestra
(Riconosciuto il visitatore)
del tutto inorridito riuscì a biascicare
"Maledetto!" e cominciò ad ansimare.
Fremeva, il terribile caos
Tutta la notte s'agitò nel suo cervello,
mentre il bussare scosse la casa
dal cancello alla finestra.

La gente racconta una cosa terribile:
Ogni anno il contadino, si dice,
Aspetti col peggiore dell'umorismo
Il giorno dell'arrivo del suo visitatore;
Quando la tempesta aumenta,
La notte porta un uragano -
E l'annegato bussa, incessantemente,
dalle porte alla finestre.

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